Lucio Dalla
Emilia
Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso
Una diga confusa, fanno tabula rasa
Di noi che qui sotto, lontano, più in basso
Abbiamo la casa
La casa ed i piedi in questa spianata
Di sole che strozza la gola alle rane
Di nebbia compatta, scabrosa, stirata
Che sembra di pane
Ed una strada antica come l'uomo
Marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo
E fiumi, falsi avventurieri che trasformano
I padani in marinai non veri
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati
Lagune e piroghe delle terramare
Guerrieri del Nord dai capelli gessati
Ne hai visti passare!
Emilia allungata fra l'olmo e il vigneto
Voltata a cercare quel mare mancante
E il monte Appennino rivela il segreto
E diventa un gigante
Lungo la strada tra una piazza e un duomo
Hai messo al mondo questa specie d'uomo
Vero, aperto, finto, strano
Chiuso, anarchico, verdiano
Brutta razza, l'emiliano!
Emilia sognante fra l'oggi e il domani
Di cibo e motori, di lusso e balere
Emilia di facce, di grida, di mani
Sarà un grande piacere
Vedere in futuro, da un mondo lontano
Quaggiù sulla terra una macchia di verde
E sentire il mio cuore che batte più piano
E là dentro si perde
Passeggia un cane e abbaia al vento un uomo
Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi
Si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza
Fari per chilometri ti accecano testardi
Ma io sento che hai pazienza
Dovrai ancora sopportarci