Se si trattasse di un momento - questo - che preluda ad una grossa rivoluzione forse ci sarebbero segnali più chiari e le escalation di violenza e di pressione porterebbero a veri e propri rovesciamenti dei sistemi. Tuttavia sempre più leader reali o immaginari si reinsediano con il nome cambiato ma con le stesse caratteristiche maturate dagli scienti. I tentativi di rivoluzione si moltiplicano e diminuiscono i successi, l'approccio al cambiamento è sempre più simile alla rimozione, la radicalità è diventata il compiere certi atti che ormai non sono più alla radice di niente. Si capisce molto bene che ciò che sta per accadere è un cambio di era il cui confine temporale non si può segnare su di un calendario sulla mia linea del tempo, i segnali vanno intensificandosi da un paio di secoli a questa parte e sono anche precedenti all'inizio dell'era che intende finire a breve; questi segnali vengono osservati nei loro effetti primari immediati ma trascurati in quelli secondari a lento rilascio, più sistemici. Ad eccezione di quei desideri di vedere un quadro generale tipici del complottismo che cerca un collegamento tra più fatti con dei fili che gongolano nel trovare dove attaccarsi, ma sappiamo che una spiegazione completa e comprensibile necessita di tralasciare dettagli e fatti detti ininfluenti. Comunicare quello che sta succedendo, la fine di un'era, tende all'impossibile perché la comunicazione non è in grado di racchiudere i micro-movimenti globali che sono sovra-insiemi dei movimenti comunicativi umani, tipo i tempi geologici o il concetto di vuoto. Si può capire con applicazione, si può agire di conseguenza ma la risultante è irrapresentabile e questa rappresentazione imprecisa che vi stiamo dando ne è una prova intangibile. Se volete qualcosa di astratto ma tangibile dovrete aspettare la fine, la
Fine, la
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Fine del, la
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Era del, la
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Era della
Comunicazione, la
Fine dell'era della
Comunicazione